Dedicato alle “Francesca” di tutto il meridione.
Francesca, Valeria, Marcella, Antonella sono collaboratrici della film commission che vivono piuttosto lontano da Bari.
Ogni giorno, alcune di loro, si svegliano la mattina molto presto, quando gli altri ancora sognano, affrontano il gelo della notte e arrivano in stazione prendendo posto su un triste treno locale (il famigerato TrasportoPubblicoLocale).
Troppo presto, a volte, per trovare i giornali. Troppo presto per aver voglia di parlare con altri pendolari. Troppo presto per pensare ad altro che a recuperare le ore di sonno rubate loro da una politica industriale e dei trasporti nazionale miope e meschina.
Meschina perché, se è vero che tutte le Francesca, Valeria, Marcella, Antonella del meridione per arrivare a Bari non hanno alternative che svegliarsi prima dell’alba; a 1200 km a nord di qui, tra oltre dieci anni, dopo aver bucato valli e spostato interi paesi, la TAV congiungerà Piemonte e Rhone Alpes, due delle regioni più ricche d’Europa, mentre i più poveri del vecchio continente rimarranno, semplicemente, tali.
E’ questa la politica a due velocità: i ricchi sempre più connessi, affluenti, centrali, mobili, innovativi. I poveri sempre più lontani da ogni centro, sempre più marginali e, in definitiva, senza voce.
Io amo il progresso e la tecnologia. Ma penso, se fossi un politico, che mi spenderei per avere mille treni che viaggiano a 120 km/h in più tra capoluoghi e periferie regionali italiane, piuttosto che un solo treno che viaggia a 300 km/h tra valli vicine e già perfettamente connesse.
E penso che, in un paese minimamente dignitoso, un amministratore delegato di ferrovie che continuano a chiamarsi di Stato (un ex sindacalista, peraltro…) che dichiara “non è conveniente per noi il trasporto locale” e cancella il treno notturno Lecce – Roma, vada semplicemente costretto alle dimissioni. Perché questo discorso può legittimamente farlo il sig. Montezemolo, proprietario di treni privati. Non l’AD delle Fer-ro-vi-e del-lo Sta-to!
Ma, si sa, viviamo l’epoca in cui una ricca egoista, ossessionata dalle proprie elezioni in Germania, impone a 26 paesi di ingoiare il pareggio di bilancio per legge. Che significa, semplicemente, rinunciare alla leva pubblica. Ammazzare la politica e far vincere la finanza e la legge dello spread.
E allora si, ha ragione l’odiosissimo Moretti, a pensare e dire che, le Francesca di tutto il meridione, dovranno alzarsi tutta la vita alle 5 per garantirsi, semplicemente, il lavoro. E, con esso, la dignità che Moretti, Merkel e molti altri, hanno completamente perso.
PS
Ieri sono andato a Roma per importanti incontri con produzioni da portare in Puglia. Daniele – cui devo queste riflessioni – mi dice: ma se noi fossimo giovani imprenditori vogliosi di fare affari e dovessimo venire nella Capitale per incontrare possibili partner, riusciremmo mai a sostenere queste spese tutto l’anno. E con quali tempi?
Per arrivare infatti a Roma da Bari (e non dico Statte, Manfredonia, Leuca, dico Bari…), volendo atterrare a Fiumicino in orari ragionevoli, ci sono solo due voli la mattina presto. Poi niente. Arrivati a Roma a costi spesso assurdi (ma noi di AFC prendiamo sempre i voli almeno due settimane prima con tariffa super economica!), sei solo a metà dell’opera. Se prendi un taxi spendi 40 euro per giungere dentro le mura. Se vai oltre, arrivi a spendere anche 60 euro a quell’ora, rimanendo imbottigliato nell’inferno romano anche 90 minuti.
Se prendi il treno fiumicino – termini non hai fatto nulla…perché arrivato a Termini se il tuo appuntamento non è sulla linea della metropolitana, puoi attendere il taxi anche sino a 30 minuti.
Per fortuna non faccio l’imprenditore. Ma se volessi farlo, mi sarebbe già venuta voglia di mandare tutti a quel paese.
Ma quale?!